Fatta eccezione, forse, per la sala da pranzo di mia madre, non vi è niente di più ordinato, al mondo, di Wimbledon. Anzi, a essere precisi non è neanche una questione di ordine: è piuttosto l'inaudita pretesa di ricondurre a una disciplina certa ogni frammento della realtà, che siano i fiori di un'aiuola o il flusso di migliaia di persone quando parte l'acquazzone.
La filosofia personale di ognuno non si esprime al meglio attraverso le parole; è espressa nelle scelte che si fa. Nel lungo periodo, modelliamo le nostre vite e modelliamo noi stessi. È un processo continuo fino alla morte; e le scelte che facciamo sono in definitiva una nostra responsabilità.
Quante notti ci sono in vent’anni, a nighean? Quante ore? Infatti fu quello il tempo che io trascorsi a domandarmi se mia moglie fosse ancora viva e, se lo era, se stava bene. Lei e mia figlia.»
A prescindere da cultura alta o bassa, è il racconto della realtà che ti incunea la realtà nella testa, e te la fa esplodere dentro. I fatti diventano tuoi o quando ti schiantano la vita, direttamente, o quando qualcuno te li compone in racconto e te li spedisce in testa. Che vuol dire anche: raccontare non è un vezzo da dandy colti, è una necessità civile che salva il reale da un'anestetizzata equivalenza. Il racconto, e non l'informazione, ti rende padrone della tua storia.
L’Amore ci vuota di ogni selvatichezza ma ci colma di dimestichezza e crea tutti questi incontri fra noi affinché possiamo trovarci, facendosi guida nelle feste, nei cori, nei sacrifici.
Voglio capire chi sono, dare un significato a tutto quello che faccio. Se vivo ci sarà pure una ragione, ma... ho paura che non mi basterà più, quando la scoprirò.
Bisogna vivere ogni giorno come se per tutta la vita avessimo atteso quel giorno, perché il giorno più bello è forse, quello che non abbiamo mai vissuto.
I viaggi sono quelli per mare con le navi, non coi treni. L’orizzonte dev’essere vuoto e deve staccare il cielo dall’acqua. Ci dev’essere niente intorno e sopra deve pesare l’immenso, allora è viaggio.